Kazuyo Sejima: La 12. Mostra Internazionale di Architettura è incentrata sull’idea di trovare l’architettura, di riconsiderare la potenzialità dell’architettura nella società contemporanea.
Un’esposizione d’architettura è un concetto provocatorio, dato che è impossibile portare in mostra gli edifici veri e propri, i quali devono essere dunque sostituiti da modelli, disegni e altri oggetti. In quanto architetto, ritengo che sia compito della nostra professione utilizzare lo “spazio” come un mezzo con cui formulare il nostro pensiero. Ogni partecipante ottiene un suo spazio e agisce come curatore di se stesso.
È, questo, il criterio espositivo che ha guidato le scelte degli architetti, degli artisti e degli ingegneri, ognuno dei quali ha proposto un diverso rapporto tra l’architettura e la persona. Ciò perché lo “spazio” non è progettato esclusivamente dagli architetti: le forme costruite sono infatti realizzate attraverso la collaborazione con altri professionisti. Gli stessi utilizzatori dell’edificio hanno anch’essi un ruolo di rilievo, in quanto hanno sia la funzione di determinare la praticità dell’edificio sia la possibilità di partecipare al processo creativo. Perciò, alla Biennale di Venezia il visitatore è anche un importante collaboratore.
Kazuyo Sejima
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